20 maggio – 30 settembre 2012
Risposta immediata e unanime dei Volotari Trentini
Emilia colpita: SLANCIO UMANITARIO della Protezione Civile A.n:A. di Trento.
“Infaticabili nel loro perdurante generoso impegno”
E’ ancora cronaca. Cronaca tragica. Cronaca di dolore e disperazione. Il sisma che ha colpito l’operosa e rigogliosa Emilia trova, anzi, ritrova,negli italiani tutti i suoi più solidi, accaniti interpreti capaci di ricostruire ciò che la violenza della natura è stata capace di distruggere. Oggi che ne scriviamo e descriviamo il disastro è già ripetitiva cronaca di altruismo, di solidarietà e di istintiva, immutata generosità verso coloro –e sono tanti- che periodicamente vengono sopraffatti dalle avversità naturali, e non solo quelle imprevedibili e impreviste come i terremoti, che colpiscono il popolo italiano da sempre costretto a difendersi ma –anche- da sempre capace di reagire, riprendersi e risollevarsi.
Ne parliamo oggi per tramandarne i ricordo, non del nostro volontario impegno alla solidarietà, ma perché il tempo e la coscienza degli uomini e il dovere delle Istituzioni pubbliche non dimentichino gli impegni e l’obbligo al rispetto dell’ambiente e alla salvaguardia del territorio.
Le regole, le norme, le cautele antisismiche ci sono, teniamole costantemente presenti facendole rispettare e non vanificandole per negligenza, ignoranza od opportunismo personale. Ricordiamo solo, a questo proposito, la campagna promossa dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile “Terremoto Io non Rischio”, che ha coinvolto per la seconda volta cento Comuni italiani che ne è l’ ultima iniziativa.
Nello stendere queste note una amara riflessione ci accompagna e sostiene nell’impegno.
LA catastrofe che ha colpito così duramente l’Emilia, distruggendo le case, le operose fabbriche che ne punteggiavano, sempre più numerose, il territorio sono di una dolorosa, tragica e visibile realtà ma avrebbero potuto (i danni) essere contenuti se molte delle norme antisismiche fossero state rispettate e attuate.
E’ il 20 maggio di domenica pomeriggio, il Presidente della Protezione Civile A.N.A. Di Trento viene allertato. Le prime, frammentarie, incomplete notizie sui danni e le distruzioni che il sisma ha creato nella Regione, danno l’avvio alla predisposizione dei mezzi e degli uomini che dovranno, di lì a poche ore, si interviene con la colonna mobile Provinciale per operare su un modulo, si dice modulo l’intervento organizzato in toto per 250 persone.
Il 29 una seconda terribile scossa che mette a terra quel che era rimasto su.
La nostra organizzazione di Protezione Civile è, da questo momento, alla sua ennesima prova-verità. Non deve dimostrare la sua reale efficienza operativa, la sua rapidità di intervento, la sua capacità di impiegare i Volontari nel modo più appropriato e convincente, ma deve fare tutto questo e dargli una conferma. Conferma che avviene con la partenza che ha avuto luogo il 20 maggio ed è durata, questo è il dato più significativo e importante, fino al 30 settembre, garantendo sempre e ininterrottamente la completa assistenza logistica per la quale eravamo stati impiegati nel Campo Trento di S. Felice sul Panaro prima e successivamente S. Biagio.
Veniva predisposto anche un altro campo a Rolo per dare supporto ai vigili del fuoco nella messa in sicurezza e liberare, dei magazzini di formaggio
Il dettaglio dei numeri: 130 giorni, 320 Volontari impiegati per confezionare circa 130.000 pasti (colazione, pranzo e cena).
I numeri sopra riportati non sono e non devono essere accettati come arida cronaca o vanitosa affermazione di lavoro, ma più semplicemente e onestamente come l’impegno, mai venuto meno, dei Volontari sempre solleciti e disponibili nel rispondere alle esigenze dei profughi, al dramma delle persone anziane –fragili per l’età e gli acciacchi- e alle esigenze dei bambini, cercando –e riuscendoci- a riportare il sorriso, la fiducia e la speranza ai profughi.
Hanno dimostrato, a loro insaputa, d’essere dei buoni “psicologi dei popoli”. Ed è questo il miglior riconoscimento che possiamo dare loro.
La cronaca di questo intervento va completata ricordando che per la prima volta, e in numero così massiccio, l’impegno dei Volontari dei Nu.Vol.A. è stato condizionato dalla presenza di extracomunitari di varie religioni, estrazioni sociali ed etinie in particolare indiani di religione Indù e altri di religione musulmana. Le loro esigenze di vita, le loro abitudini e in particolare la loro diversa –dalla nostra- religione, hanno imposto un continuo, costante adattamento e confezionamento dei pasti (ramadan e altro).
Ebbene, anche con questa imprevista e non semplice esigenza di vita, i Volontari hanno saputo dare una bella prova di buon senso e di intelligente comprensione evitando, e non ce ne sarebbe stato bisogno in quella difficile circostanza, dissidi, recriminazioni e contestazioni.
Termina qui la nostra cronaca. Ma è già storia. Storia di Alpini, di uomini e donne Volontari che non vogliono insegnare niente a nessuno ma che sono e rappresentano un esempio irripetibile per tutti.