Mart di Rovereto, 15 ottobre 2011 Articolo a cura del Gen. A. De Maria
Solo uno sguardo al passato – Ora unicamente rivolti al futuro
Venticinque anni di storia: ch’è già radice profonda
Il ruolo essenziale del volontariato nella Protezione Civile
Ricordiamo, dominati da un sentimento misto di nostalgia e di orgoglio, una data che segnerà una svolta importante nella vita, nell’organizzazione e nella considerazione della nostra Sezione Alpina. 25 gennaio 1986.
Venticinque anno di vita associativa, di volontariato e di impegno sociale al servizio del Paese che non devono rappresentare un traguardo ma solo e semplicemente un passaggio rilevante della nostra storia.
Parlare oggi di protezione civile è parlare, ricordare e descrivere dei Nu.Vol.A., felice acronimo creato dall’allora Presidente della Sezione Nereo Cavazzani, capace di evocare orizzonti lontani, cieli aperti e le altezze incontaminate delle Alpi.
Esso è divenuto, nel tempo, familiare nella nostra Associazione, nelle Istituzioni dello Stato e nella gente che in cinque lustri ne hanno chiesto, con fiducia sempre crescente, l’intervento durante le emergenze naturali che – quasi con frequenza periodica – si spono abbattute sulla penisola.
Gli Alpini che ne fanno parte si sono guadagnati l’ammirazione, la riconoscenza e la gratitudine di tutti coloro, e ormai sono migliaia…….. che le avversità – e non solo metereologiche – li avevano colpiti.
Io credo che il significato più profondo, il sentimento più nobile di questa giornata, sia proprio quello di ricordare il nostro passato guardando con fiducia al futuro che ci attende.
Le possibili sfide, che di cuore ci auguriamo lontane, che possono attenderci non potranno che confermare l’alta efficienza operativa, la rapida funzionalità, la capacità di adattamento all’imprevedibilità delle circostanze, confermando la costanza e la generosa umanità che da sempre ne ha caratterizzato l’azione.
Le tradizioni civili e le virtù caratteriali di questi uomini e donne che affondano le proprie radici nella storia delle loro vallate alpine sono e rappresentano garanzia e certezza di contenuto etico.
Forti di queste e su queste convinzioni il nostro sguardo, i nostri propositi sono rivolti con fiducia e determinazioni al futuro che ci attende. Non inerti ma in operosa preparazione.
Non ritorno agli albori della nostra storia ma mi sia consentita una esortazione: teniamoci stretta nel cuore e sempre presente nella memoria la nostra splendida, irripetibile, commovente ed esaltante “armata brancaleone”, Così eravamo e così noi stessi scanzonatamente ci definivamo.
L’allarme e la partenza avvenivano, senza se e senza ma, in poche ore. Questi impareggiabili Alpini partivano con i loro automezzi privati caricandovi tutto ciò che poteva servire: picconi, badile, motoseghe. Erano gli attrezzi personali che abitudinariamente impiegavano. L’equipaggiamento era rappresentato da quello che quotidianamente indossavano: scarponi, maglini, giacche a vento. Quando giungevano sulla tragedia era un carosello di colori, di braccia sudate, di sguardi risoluti che ne attestavano la presenza e il lavoro.
Un solo elemento era comune a tutti: il loro prezioso, irrinunciabile “cappello alpino”. Mai stanchi, mai domi sotto la pioggia, nel fango o il sole cocente. Operosi e infaticabili rincuoravano la gente sofferente che tornava a sorridere nella certezza che ormai il peggio era passato. Non erano più soli nelle mani e nei capricci del caso e della natura violenta.
Oggi, 15 ottobre 2011, suggelliamo i nostri 25 anni di operosa, generosa esistenza proiettandoci, con consapevole sicurezza, verso una raggiunta (anche se perfettibile) organizzazione.
Della ricordata armata brancaleone ci auguriamo possa continuare a restare e sopravvivere in noi il suo spirito epico, la sua morale spinta (anche) oltre il sacrificio.
In tutti i Volontari e Volontarie (aiutanti) viene ignorata la globalizzazione delle coscienze e degli stili di vita. Noi ci fermiamo al vicino di casa, all’amico, all’ignoto che ha bisogno di noi. Ci portiamo e portiamo il piacere delle cose della vita belle e buone da fare. Depositari, è il caso di rimarcarlo, del radicamento generazionale alle tradizioni alpine.
Dopo tutti questi anni è questo l’insegnamento che possiamo trarre da uomini che difficilmente troverete sotto i riflettori della cronaca ma sempre e puntualmente presenti là dove c’è bisogno di braccia che lavorino, di una parola di conforto e di un sorriso di speranza.
Questa storia è cronaca, anche se per noi è sempre un po’ favola.
Il Convegno al Mart di Rovereto, dove è stato celebrato questo quarto di secolo di vita della P.C. della Sezione A.N.A. Trentina s’è concluso con un giusto richiamo alle prospettive – e non solo operative – che attendono in futuro la P.C. Nazionale.
Ha esordito il direttore responsabile della rivista “La Protezione Civile Italiana”; Franco Pasargiklian – nella circostanza attento moderatore – il quale ha rilevato : “il 25-à anniversario dei Nu.Vol.A. non è stato solo occasione di celebrazione di una importante data ma è stata l’occasione (forse) unica, per affrontare temi di grande rilevanza e attualità in materia di protezione civile.”
L’intervento del Presidente della Sezione A.N.A., Maurizio Pinamonti, ha rimarcato come:” gli Alpini nel loro passato, oltre che memorabili pagine di storia, si sono sempre resi disponibili ad accorrere, sempre pronti a soccorrere il prossimo in difficoltà. Questo ruolo di operare è un “marchio indelebile”, fa parte del nostro DNA alpino che è fatto di solidarietà, di altruismo, di generosità e di dedizione. Per questi motivi gli Alpini sono sempre stati in prima fila nelle molte calamità successe. Ma in queste occasioni non è sufficiente solo correre in aiuto; non si possono mettere in atto efficienti operazioni di soccorso se gli interventi non sono coordinati e regolati, se le persone non sono preparate e se non ci sono attrezzature adeguate.
In questi anni, molte persone, pur non avendo fatto il militare nelle truppe alpine, hanno condiviso questi valori e questo modo di essere e si sono avvicinati alla nostra Associazione.
Dopo venticinque anni quasi tutto è cambiato, grazie alle capacità dei Volontari e in modo particolare, al sostanziale apporto e contributo della Provincia Autonoma di Trento, al Presidente Lorenzo Dellai in primo luogo ed i dirigenti del Servizio hanno intuito e sostenuto il grande valore della nostra Protezione Civile A.N.A. di Trento.
I tempi cambiano, all’interno della nostra Associazione stiamo affrontando un importante tema: il futuro associativo che ci aspetta nei prossimi anni, dopo la sospensionedel servizio militare. Ma la Protezione Civile come altri settori di attività saranno certamente dei pilastri importanti per continuare a scrivere ulteriori pagine della nostra storia.”
Ha fatto seguito il Presidente della Protezione Civile A.N.A. Trento, Giuliano Mattei: “ l’inizio della nostra avventura non è stato semplice. Eravamo cosa nuova, non sapevamo cosa volevamo, dove volevamo arrivare, ma sono bastati pochi interventi di emergenza per capire che eravamo diventati fondamentali per il sistema di Protezione Civile provinciale, dove ci eravamo inseriti a pieno titolo, nella nuova legge provinciale di P.C. in sinergia con altre forze di volontariato. Per arrivare a ciò abbiamo dato prova di serietà, affidabilità e professionalità. Il Volontariato, se ben gestito, è un enorme investimento per tutta la società.
Scorrere una panoramica dei maggiori interventi è doveroso, senza però dimenticare che a tutto questo si deve aggiungere la disponibilità che giornalmente tutti i Nu.Vol.A. danno nel sociale o per manifestazioni di prestigio, compreso tutte le esercitazioni che facciamo annualmente. Però, per proseguire su questa strada, e qui non mi stancherò mai di dire che il Volontario ha delle regole da rispettare e da essere seguite. Siamo sì dei Volontari, ma abbiamo anche dei doveri.”
L’intervento del dirigente generale della Protezione Civile della PA.T., Ing. Raffaele De Col, è stato incentrato su: “il sistema trentino della P.C. è articolato in tre settori di competenza: Vigili del Fuoco (parte interventistica), la CRI (Sussistenza), Psicologi per i Popoli, Scuola Provinciale Cani da Ricerca e la Protezione Civile A.N.A. di Trento (parte logistica).
Questo sistema particolare è stato assunto da parte del Dipartimento Provinciale della Protezione Civile quale capofila, per il coordinamento degli interventi in materia di P.C. a livello nazionale.
Sistema questo difficilmente esportabile in latri Paesi.
Il delegato del Di patimento Nazionale di Protezione Civile, dott. Roberto Giarola, ha tenuto una esauriente disamina relativa al regolamento di attuazione D.L. 81/2008. In esso la materia trattata riguarda la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Più particolareggiatamente l’art. 2 dà alcune definizioni su: “Lavoratore” colui che svolge attività lavorative con o senza retribuzione e comprende anche i Volontari di Protezione Civile. “Datore di lavoro” colui che ha la responsabilità dell’organizzazione.
L’art. 4 comma g. dice che sono soggetti al DL i Volontari della Protezione Civile. Ad integrazione del Dl 81/2008 è stato emanato un DL che fissa le norme di attuazione della sicurezza nei settori del volontariato ed entrerà in vigore l’ 8 gennaio 2012.
Questo decreto tiene conto delle esigenze che caratterizzano gli interventi dei Volontari di Protezione Civile. Qui non si parla più di datore di lavoro ……… di organizzazione la quale deve predisporre affinché il Volontario riceva una formazione adeguata e l’addestramento continuo con controllo medico sanitario.
Il Volontario –inoltre- deve essere dotato delle dotazioni di protezione individuale (DPI) relative allo specifico impiego a cui è destinato.
Le parole altamente significative ed elogiative per i Volontari della Protezione Civile A.N.A. di Trento premiati dal Presidente della P.A.T., Lorenzo Dellai, hanno concluso il Convegno. Ha opportunamente tenuto a rimarcare come “questa crisi economica è più difficile da affrontare perché mancano i valori e la capacità di stare assieme. Voi Alpini siete esempio di serietà, sobrietà e laboriosità; valori che servirebbero per ricostituire un tessuto di appartenenza alla Nazione. La vostra presenza esprime – e non poteva essere elogio più bello – quell’opera d’arte ch’è il vostro volontariato da cui è possibile partire per la ricostruzione morale del Paese”.
Gen. A.. De Maria